Progetti in atto

Zambia

Epidemia di Colera

Con i ricavati del progetto TeatrAmo sosteniamo Cristina Fazzi. La Dott.ssa Fazzi opera in Zambia dal 2000, e ci ha informati dell' epidemia.
"Colera. Una di quelle che io chiamo le “nostre epidemie”, perché non coinvolgono cittadini di paesi occidentali e quindi sono “fatti nostri”. 
Un'epidemia che in Zambia ha già registrato 13686 casi e oltre 500 decessi. Numeri ancora più grandi se si considera che la popolazione dello Zambia è di soli diciannove milioni di abitanti. Ma chi ne parla? Nessuno, mi sembra. Sono appena rientrata dall'Italia e, a parte un articolo su “Il Messaggero” di qualche giorno fa e alcune riviste che si occupano specificamente di Africa e missioni, del colera in Zambia neanche una parola. Non una parola nei principali TG nazionali.  Non un minuto fra le tante parole dei vari talk show. 
Il colera colpisce soprattutto la povera gente, la gente delle periferie urbane, la gente che affolla le baraccopoli e che cerca di sopravvivere nell'indifferenza di tanti. E nella stessa indifferenza muore.
Siamo anche in piena stagione delle piogge. La pioggia travolge tutto e mescola le acque delle fognature a cielo aperto con quelle destinate all'uso domestico, favorendo la diffusione dell'epidemia. E il colera avanza: ben 400 nuovi casi al giorno, riportava ieri l'UNICEF. Grazie all' Organizzazione Mondiale della Sanità e ad altre organizzazioni internazionali stanno arrivando circa due milioni di dosi di vaccino,  che  purtroppo, però, non potranno coprire le esigenze dell'intero Paese e giustamente verranno destinate alle zone più a rischio e ai soggetti fragili. 
Il nostro personale sanitario, instancabile e preparato per ogni emergenza,  sta lavorando senza sosta nei centri destinati all'accoglienza degli ammalati ma non ne parla nessuno, così come dei nostri morti. Ma i nostri morti non disturbano l'economia delle grandi potenze del mondo. I nostri morti non fanno rumore e se ne vanno nel silenzio, senza disturbare, senza riempire le pagine di telegiornali e quotidiani. 
Vedo piangere le mamme e le loro lacrime sono identiche a quelle di ogni mamma che perde un figlio in un qualunque paese occidentale. Eppure il loro dolore non fa notizia.
Ciò che vedo è molto triste. 
Ciò che vedo non è giusto."

[ Mostra tutto ]